Tu sei qui: Storia e StorieI colori dell'autunno illuminano i vigneti di Tenuta San Francesco negli scatti di Fabio Fusco
Inserito da (Admin), martedì 10 novembre 2020 20:59:00
L'amore per la natura e per il nostro territorio traspare nelle immagini catturate dal fotografo Fabio Fusco presso la Tenuta San Francesco di Tramonti.
La profondità degli scatti lascia quasi percepire i profumi e il sapore di quell'uva appena raccolta che diventerà presto un vino di assoluta eccellenza.
In un momento davvero complesso per tutto il comparto vitivinicolo non sono scomparsi i sorrisi e l'amore di chi coltiva e custodisce la magia di queste terre in cui si cela il segreto di una produzione di vini straordinari.
Questi luoghi, intrisi di storia e di sacrifici, hanno decretato il successo di un'intuizione del dottore Gaetano Bove che, assieme ai suoi soci, ha realizzato un sogno: non abbandonare la terra dove sono nati.
Nelle foto di Fabio Fusco tutta la poesia che questa terra riesce ad esprimere fin dal primo sguardo ed una storia che vi riportiamo integralmente:
"In Autunno le foglie perdono la clorofilla assumendo, secondo il vitigno, una colorazione gialla o rossa. Vendemmia Autunnale, gli ultimi grappoli di Piedirosso o Per' è Palummo da vinificare oggi 7 Novembre. Storia del nome della cantina "Tenuta San Francesco" San Francesco, dopo aver fondato il sacro convento di Assisi viaggiò molto in Italia, dove fondò diversi conventi, compreso quello di Tramonti nel cuore dei Monti Lattari. I Monaci del Convento di San Francesco vivevano delle offerte del popolo di Tramonti, che erano e sono molto devoti del Santo poverello. Le offerte dei poveri contadini di Tramonti non erano in denaro ma in natura. A fine Novembre un "monaco cercante" passava di casa in casa chiedendo ai contadini di offrire quello che potevano. Era usanza che ogni vignaiolo metteva da parte per il convento, come buon auspicio, il vino nuovo che avanzava dopo la colmatura delle botti in novembre. A Tramonti c’erano migliaia di vignaioli e la cantina del convento era la cantina più grande del paese. Tutti i contadini-vignaioli erano anche allevatori e oltre al vino era tradizione offrire al convento una mungitura di latte l’anno. Il latte veniva ritirato dai 45 caseifici di Tramonti e destinato alla produzione di caciocavalli che venivano stagionati nelle cantine del convento. I caciocavalli, detti per questo motivo del "monaco", assieme al vino venivano poi venduti sui mercati di Napoli. I proventi ottenuti dalla vendita del vino e dei caciocavalli venivano usati per il sostentamento dei monaci e per aiutare le famiglie più povere del paese. Come i monaci ringraziavano i poveri contadini di Tramonti? Durante il rito della raccolta del vino il monaco cercante regalava:- Tre grani d’incenso, Tre acciughe salate, e un immagine di San Francesco. Non c’era nel paese botte o porta di stalla che non avesse affissa L’immagine di San Francesco. Inoltre, durante i giorni e le notti di cattivo tempo, i monaci suonavano a dirotto le campane del Convento sino al ritorno del bel tempo. Attraverso il suono delle campane i contadini avvertivano la voce del Signore vicino alle loro sofferenze. A riprova di questa tradizione è stata rinvenuta una poesia di un Anonimo del Settecento che recita. "San Francisc è o Patron e Tramunt, è o Patron rò vin e rò latte E quann o tiemp fà e capricc, basta nà scampaniat e San Francisc pè fa turnà a calma e a felicità". Oggi nel Convento di San Francesco di Tramonti è rimasto un solo monaco, l’ultimo monaco cercante è morto diversi anni fà. Il Convento non ritira più il vino e il latte, la cantina è in disuso e nessuno affigge più l’immagine del santo poverello sulle botti delle cantine. Per evitare che questa tradizione, quasi millenaria, si perdesse le storiche famiglie contadine di Tramonti, Bove, D’Avino e Giordano, hanno voluto chiamare la loro cantina "Tenuta San Francesco" "
Foto: Fabio Fusco
Video: Il Vescovado
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