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Sirenuse Journal

La Carta d’Identità di Vincenzo Galani, maître del ristorante "La Sponda" di Positano*

da 37 anni lavora in uno degli alberghi più prestigiosi del mondo

Inserito da (admin), domenica 8 aprile 2018 09:49:26

Nato a: Praiano, il 22 novembre 1960
Lavoro: Maître, ristorante La Sponda, Le Sirenuse
Lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, un po' di tedesco
Famiglia: sposato da trent'anni (sua moglie è argentina, si sono incontrati a Mar de Plata). Ha due figli, uno al liceo, l'altro uno studente di giurisprudenza.
Interessi: scrivere poesie, pescare e coltivare il suo piccolo orto.

La sua lunga collaborazione con Le Sirenuse
Ho iniziato a lavorare nell'ospitalità quando avevo 13 anni in una piccola guest house locale. Ho imparato il mestiere in posti vicini a casa come il Tritone e il San Pietro, poi a Montreux, in Svizzera. Avevo solo 21 anni quando tornai in Costiera Amalfitana per lavorare a Le Sirenuse. Ho conosciuto la generazione precedente, i quattro fratelli che avevano trasformato la loro casa in un hotel negli anni '50: Aldo, Paolo, Anna e Franco. Erano personaggi di una commedia di Edoardo De Filippo, meravigliosi aristocratici napoletani all'antica. Una cosa che ricordo chiaramente del marchese Aldo: era molto superstizioso. Aveva l'abitudine di "toccare ferro" per tutto il tempo. Così ho iniziato la mia avventura e mi sono fatto strada. Sono stato chef de rang, sommelier, secondo maître. Quando sono diventato maître, Antonio Sersale era appena diventato direttore dell'hotel dopo suo padre, il Signor Franco. Ho imparato molto da lui.

La sua giornata lavorativa
Non ho orari fissi: tengo d'occhio il ristorante per tutto il giorno, a colazione, pranzo e cena. Rispondo a lettere ed e-mail, aiuto con le prenotazioni, all'esigenza servo il vino, dato che sono allenato anche come sommelier. Insomma faccio qualsiasi cosa ci sia bisogno di fare.

Sulla sua poesia
Scrivo poesie da parecchi anni ormai. Molte di loro sono in dialetto napoletano. A volte le recito quando l'ospite la richiede e non è raro, di sera, trovarmi a cantare canzoni della tradizione popolare con i nostri artisti della posteggia napoletana (chitarra e mandolino). Capita che le poesie vengano da me di notte. Se il mio telefono è accanto al mio letto, lo utilizzo per scrivere rapidamente, poi le sistemo al mattino. Mi piace cercare le foto a cui allegare le mie poesie quando le condivido su Facebook o Instagram (@upoeta). Forse la mia vena poetica ha qualcosa a che fare con dove vivo: si tratta di affrontare 200 gradini, nella parte di Praiano chiamata Capo Vettica, che regala una vista incredibile. Ogni giorno ti svegli e vedi Positano, Li Galli, Capri, e non sono mai le stesse, la luce cambia costantemente. Fa bene all'anima vivere in un posto come questo. Sono entrato nel mio orto l'altro giorno per raccogliere dei broccoli che avevo seminato e c'erano sette o otto coppie di bruchi che facevano l'amore sulle piante. Ne ho scritto un poema. Solo di recente un vecchio residente di Praiano che aveva scoperto i miei versi mi ha detto qualcosa che non sapevo: "Sei proprio come il tuo bisnonno, era anche lui un poeta".


Cosa serve per essere un buon maître

Passione e spontaneità: è essenziale avere una squadra dietro di te su cui fare affidamento; a volte si tratta solo delle persone giuste nel posto giusto, questo è ciò che fa la differenza. Inoltre, bisogna sempre prestare molta attenzione: anche quando canto una canzone napoletana tra i tavoli con i musicisti Franco e Andrea non smetto mai di osservare cosa sta succedendo nel ristorante. Puoi vederlo negli occhi di un ospite se qualcosa non va bene. Quindi, far vivere una bella esperienza ai nostri ospiti è fantastico. Tempo fa una coppia americana è venuta qui a pranzo l'altro giorno in motoscafo da Napoli. Sono stati con noi per circa quattro ore, apprezzando il cibo, il servizio, la vista, l'atmosfera. "Adesso è adorabile", dissi loro, "ma dovreste vederlo la sera quando tutte le candele sono accese: è magico!". Rientrarono all'Hotel Vesuvio a Napoli; il tempo di una doccia e di imbarcarsi nuovamente verso Positano, entrando nel nostro ristorante esclamando "Ciao Vincenzo! Siamo qui". Mai avrei immaginato che sarebbero ritornati! Il destino volle, poi, che proprio in quell'istante, uno dei migliori tavoli si liberasse...

 

Nu bicchiere e..vino

di Vincenzo Galani


Quante fantasie attorno a te

Parole grosse ed eleganti ppè te vulè

A me nun me importano tutt' sti cose

Frisco, tannico, o ch' sapè e rose

Io ti voglio comm' si fatto

Senza imbruoglio.. accumpagnan sto piatto

 

*Articolo tradotto dall'originale "Carta d'Identità: Vincenzo Galani, maître" pubblicato sul portale Sirenuse Journal (Clicca qui per l'articolo originale in lingua inglese, foto di Roberto Salomone)

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