Tu sei qui: Storia e StorieLa Costa d'Amalfi piange la scomparsa di Angelo Tajani
Inserito da (Admin), lunedì 28 dicembre 2020 08:55:52
"Un uomo non muore mai se c'è qualcuno che lo ricorda." Oggi la Costa d'Amalfi ricorda la vita di un suo grande figlio, ambasciatore della cultura amalfitana nel mondo che ieri ci ha lasciato all'età di 84 anni. Non ce l'ha fatta Angelo Tajani a sconfiggere il Covid, è morto a Landskrona, in Svezia.
Unanime il sentimento di cordoglio per quanti lo hanno conosciuto e avuto l'onore di collaborare con lui. Nel 2012 curò personalmente, assieme al fratello Claudio una mostra presso l'Hotel Luna Convento di Amalfi, con due gigantografie artistiche che illustravano il percorso del turismo amalfitano dall'epoca dei viaggiatori del Grand Tour fino ai nostri giorni. Un lavoro di ricerca storico che è ancora visibile vicino al meraviglioso chiostro dell'albergo.
Affranto l'amico Sigismondo Nastri ha pubblicato questo ricordo: «Sono frastornato. Con Angelo se ne va un pezzo della mia esistenza, da quando, adolescenti, giocavamo insieme nello stretto viottolo, tra casa dei suoi nonni e il giardino di Mariettella, e poi, con Angelo P. e Aurelio T. creammo quel gruppo di amici - qualche altro si aggiunse- che scorrazzava da un capo all'altro della Valle dei Mulini, tra le cartiere e la centrale elettrica alla Ferriera, andando per boschi a cogliere corbezzoli, bacche di mortella e fragoline selvatiche. E facendo la guerra agli scout, dai quali ci eravamo staccati. Spericolati, felici, scorreva così la nostra vita di ragazzi d' 'a via 'e coppa. Ad Amalfi. Mi vengono imperiose nella mente le immagini di quel tempo lontano. E con esse mi torna il ricordo di figure che hanno accompagnato anche il mio percorso di crescita: : don Angelo e donna Checchina (i nonni di Angelo), donna Titina e Fortunato Confalone (gli zii), don Michele e la signora Angela (i genitori), l'indimenticabile Lello, venuto a mancare così presto. Sono vicino, con affetto e con profonda partecipazione al loro dolore, ai fratelli Riccardo e Claudio, alla sorella Maria Franca, alla moglie Doris e ai figli, con le rispettive famiglie.»
Eddie Oliva, cantautore di origine ravellesi, molto famoso in Svezia, lo ricorda così: «Addio carissimo e fraterno Amico Angelo.. non ci sono parole per esprimere la tristezza e il dispiacere della brutta notizia di oggi. Eri un grandissimo amalfitano e con te ogni momento insieme era gioia pura.. che il Signore ti accolga nel Paradiso dei Buoni e sono sicuro che gli parlerai della nostra costiera e che in Paradiso tu ci eri nato. Grazie amico bello. RIP»
L'assessore al turismo del Comune di Amalfi Enza Cobalto, ha scritto: «La notizia della morte di Angelo Tajani arriva all'improvviso e ci riempie il cuore di tristezza. Eterno innamorato della sua Amalfi, non perdeva occasione per raccontarla, per studiarla, per approfondire ogni angolo recondito della sua storia e trasformarlo in un capolavoro letterario. Era sempre presente. Con una mail, un messaggio o con una lettera non faceva mai mancare il suo contributo o apprezzamento alle iniziative culturali della nostra Città. Eppure c'era ancora tanto da scrivere, da studiare, ancora tanto da scoprire. È un dolore grande, e grande è la consapevolezza che di uomini così Amalfi e il mondo intero ne avevano ancora bisogno.»
Nel maggio scorso Antonio Corbisiero, che cura per il Mattino la pagina "Salernitani con la valigia", coadiuvato dall'amico Sigismondo Nastri, ne tracciò un profilo molto attinente:
"Angelo Tajani è nato ad Amalfi nel 1936. Discende da parte di padre e di madre da antiche famiglie di imprenditori cartai. Nel 1959, avendo incontrato a Capri una svedese che poi diventerà sua moglie, si trasferì in Svezia, a Stoccolma. Dopo aver lavorato per oltre trent'anni nel settore alberghiero in Italia, Germania e in Svezia, dove ha diretto i più prestigiosi alberghi di Stoccolma, dal 1978 si è dedicato esclusivamente al giornalismo come corrispondente dall'area nordica per i quotidiani Il Giorno di Milano, Il Mattino di Napoli e il settimanale Oggi. Suoi articoli sono apparsi anche sulla Gazzetta di Parma, l'Arena di Verona e diversi settimanali svedesi. Dal 69 è iscritto all'Ordine dei giornalisti. Nel 1983 ha vinto il prestigioso Tarì d'oro della città di Amalfi e nel 1988 un riconoscimento dalla città di Tarsogno. È autore di molte pubblicazioni, tra cui «Sulle orme della carta». Nel libro «Il monello d'Amalfi» ha raccontato le gioie e le paure di un'infanzia felice, vissuta in periodo in uno dei più famosi centri turistici della Penisola. In questo libro, l'autore, narra le peripezie, le peregrinazioni, le esperienze e gli amori di un adolescente cresciuto durante l'imperversare di una guerra crudelmente sanguinosa che, in pochi anni, mutò letteralmente la storia e la fisionomia dell'Europa. Sono pagine che illustrano vicende e fatti di un'epoca mai dimenticata da coloro che l'hanno vissuta, ma troppo poco nota alla gioventù. Un'epoca in cui le città italiane ancora presentavano tracce delle profonde ferite causate dai bombardamenti, mentre le località turistiche, rimaste quasi illese, cominciavano ad essere prese d'assalto da centinaia di migliaia di turisti, provenienti prevalentemente dal nord dell'Europa e d'oltre oceano. In tutto questo marasma, ragazzi divenuti uomini troppo precocemente, emigravano dai propri lidi, dentro e fuori i confini dell'Italia e si lanciavano a capofitto in avventure amorose che hanno creato il mito dei «vitelloni da spiaggia» (nella foto in alto una scena del film «Leoni al sole» di Vittorio Caprioli) e della leggerezza dei costumi delle ragazze che calavano dal nord in un Paese ove vigevano ancora tanti tabù e interdizioni. Ma quante verità vi erano nelle storie che la stampa diffondeva e che bulli e vitelloni raccontavano, vantandosene? «Il miraggio svedese», uscito di recente- racconta Tajani- è un libro molto importante. Un libro che ci riconsegna la memoria di un'emigrazione per tanti versi anomala, diversa».
LA RIFLESSIONE
Non solo perché la Svezia non era meta comune degli emigranti italiani, ma anche perché, come ben illustrato dall'autore, si è trattato di un'emigrazione per certi aspetti pilotata, organizzata. È l'emigrazione di una precisa categoria, di persone con determinate abilità professionali. Non è l'emigrazione disperata di chi fugge da una vita di miserie e privazioni. Chi parte è mosso anche dal desiderio di migliorare i propri guadagni, certo, ma è gente che il lavoro in Italia lo aveva, che si poteva vestire bene e magari si poteva permettere anche un Borsalino, un lusso per l'epoca. Quel che emerge chiaramente dal libro è che queste persone si sono trovate, loro malgrado, al centro di interessi più grandi di loro, tra i traffici e gli affari di un Agnelli o di un Wallenberg, che si scambiavano operai specializzati, come fossero pedine. Pedine che però erano uomini. Tajani è anche il promotore della tradizione e della diffusione di Lucia di Svezia in Italia, la reginetta della luce che arriva dal Regno di Borea che viene incoronata a Skansen, e della sua partecipazione, con due damigelle, ai festeggiamenti dell'Ottavario in onore di Santa Lucia a Siracusa. Nel 1998 ha ricevuto il Premio Sicilia «Il Paladin». Questo libro, in italiano e svedese, narra la credenza popolare, il culto, la tradizione e la leggenda di Santa Lucia, una festività nazionale svedese che ha un saldo collegamento tra gli svedesi con la vergine siracusana. La seconda edizione, riveduta e corretta, è arricchita di numerose immagini a colori e in bianco e nero che illustrano la partecipazione di Lucia di Svezia, la reginetta della luce che ogni anno scende dall'estremo Nord per partecipare ai solenni festeggiamenti in onore di Santa Lucia a Siracusa e le manifestazioni che si svolgono in Svezia il 13 dicembre. Il volume è stato stampato dall'Azienda Autonoma Turismo di Siracusa per dare il giusto risalto all'importanza del gemellaggio tra Stoccolma e l'antica Aretusea particolarmente consolidatosi nei sessanta anni in cui la città siciliana è stata visitata da Lucia di Svezia e da due damigelle. Anche in questa edizione sono stati inseriti i racconti «Santa Lucia, una leggenda del Sud Italia» di Hedvig Svedenborg e «La leggenda del giorno di Santa Lucia» di Selma Lagerlöf, Premio Nobel per la Letteratura 1909, in svedese e italiano. Angelo Tajani è membro dei Pen Club Italia e Svezia. Nel 2000, con decreto del presidente Carlo Azeglio Ciampi, è stato insignito dell'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2007 il Presidente Giorgio Napolitano gli ha conferito l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana."
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di Sigismondo Nastri "Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo venir cacciati" è il motto del mio blog (www.mondosigi.com), preso in prestito da Jean Paul (pseudonimo di Johann Paul Friedrich Richter, scrittore e pedagogista tedesco: Wunsiedel, 21 marzo 1763 - Bayreuth, 14 novembre 1825)....
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