Tu sei qui: Storia e StorieVilla Guariglia a Raito: la storia del palazzo nobiliare che affaccia su tutta Vietri sul Mare
Inserito da (Maria Abate), venerdì 31 agosto 2018 16:21:40
Fastosa ed elegante, Villa Guariglia a Raito di Vietri sul Mare è il palazzo nobiliare per eccellenza del primo comune costiero. Un monumento ma anche un simbolo, soprattutto se si pensa alla storia culturale di quel Raffaele Guariglia, proprietario dell'immobile nonché ambasciatore d'Italia - dell'Ordine di Malta e Ministro degli Esteri del governo Badoglio, che con lascito testamentario lo donò all'Amministrazione Provinciale di Salerno per farne un Centro Studi alla sua memoria. L'obiettivo era che il Centro contribuisse alla "migliore conoscenza della storia e delle civiltà susseguitesi nella regione, dalla protostoria fino ai giorni nostri". Sono queste le parole con le quali Raffaele Guariglia affidò i suoi beni alla Provincia di Salerno e in particolare a Venturino Panebianco, allora direttore dei Musei Provinciali, e suo grande amico. Dal 1970, anno della morte dell'ambasciatore, il Centro Studi "Raffaele Guariglia" ha richiamato prestigiosi studiosi come Raffaele Cantarella e Giovanni Pugliese Carratelli, giusto per citarne alcuni.
Oggi Villa Guariglia è sede del Museo della Ceramica Vietrese. Il percorso espositivo, che occupa la Torretta e il piano terra della stessa residenza, mostra i pezzi in ceramica più rappresentativi della produzione del territorio. Si parte dal XVII secolo con oggetti di carattere religioso e devozionale, come targhe votive ed acquasantiere domestiche, fino ad arrivare alla seconda metà del '900. Un vero e proprio viaggio tra le opere ceramiche più belle. Spiccano tra i pezzi in esposizione i lavori di Richard Dölker, Elle Schwarz (moglie di Dölker), Irene Kowaliska, Margarete Thewalt Hannash (detta anche Bab), personaggi rappresentativi di quel florido periodo meglio conosciuto come "tedesco". E poi, ancora i lavori di Giovannino Carrano, Vincenzo Pinto, Giosuè e Salvatore Procida, Guido Gambone, i vietresi che riuscirono a portare avanti l'importante eredità dei loro predecessori, scrivendo un'importante pagina della storia della ceramica locale. Dalla riapertura del Museo (3 luglio 1992), diverse acquisizioni hanno arricchito il patrimonio espositivo: dall'8 marzo del 1999, al pianoterra della Villa, sono state esposte le collezioni private acquisite dal Settore Beni Culturali della Provincia di Salerno.
Il 6 luglio del 2001 è stato inaugurato un terzo settore dedicato alle "riggiole", parola con la quale si indicano le mattonelle utilizzate per il rivestimento pavimentale e parietale. La collezione parte dalla fine del Settecento per arrivare agli esemplari d'inizio Novecento. Ma è un continuo working progress: negli ultimi anni il Museo ha ricevuto numerosissime donazioni che hanno ampliato le raccolte in esposizione.
La villa è circondata da un parco con tipica vegetazione mediterranea. Caratteristica è la sua conformazione a terrazzamenti, come del resto è peculiare di tutta la costiera. A far da sfondo il mare, i paesini arroccati sulle pareti dei Monti Lattari. Dalle terrazze si gode un suggestivo panorama: lo sguardo, partendo da Raito e Albori, può correre lungo la linea dell'orizzonte e arrivare fino a Salerno. E quando la giornata è limpida si vede fin giù, verso la costa più meridionale del braccio del golfo salernitano.
In villa tutto è conservato come lo stesso ambasciatore Raffaele Guariglia ha lasciato dal giorno della sua morte. Tra gli oggetti che arredano i salotti c'è una serie di quadretti, conosciuti come "Le cere di Masaniello", quattro piccole riproduzioni in cera, dipinte e accompagnate dalle relative iscrizioni. E, poi, ancora la collezione di ventagli in madreperla, decorati e dipinti (oltre 100); le argenterie, le porcellane, i cimeli, le armi ed una immensa biblioteca. In quello che era il "rifugio intellettuale" di Guariglia sono custoditi più di 4000 volumi. In gran parte si tratta di testi storico-diplomatico, di economia, scienze politiche e mondo antico, in particolare sulla Magna Grecia. Non mancano anche scritti dello stesso ambasciatore.
Annessa alla villa c'è una cappella, dedicata a San Vito, e riaperta al culto nel 1931 per volontà di Raffaele Guariglia. Sull'ingresso è posta una lastra alabastrina di origine egiziana: un dono all'ambasciatore da parte di re Faud.
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