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All'Accademia Navale di Livorno con la Bandiera della Marina Mercantile

Per il ciclo "I ricordi di un ottuagenario" ideato e scritto dal nostro inossidabile direttore Sigismondo Nastri, un ricordo che non più tardi di ieri, ha appassionato diversi amici al bar.

Inserito da (Admin), mercoledì 16 novembre 2022 15:01:29

di Sigismondo Nastri*

Era il 1959. Avevo da poco compiuto ventiquattro anni quando fui incaricato dal Ministero della Marina Mercantile di portare a Livorno, da Amalfi dov'era custodita, la bandiera della Marina Mercantile, decorata di medaglia d'oro al valore militare.

Doveva sfilare nel cortile dell'Accademia Navale in occasione del giuramento degli allievi.

In quel periodo, l'aveva in custodia il Comune di Amalfi. Il governo, infatti, aveva stabilito di affidarla a rotazione, ogni anno, alle quattro città eredi delle antiche Repubbliche marinare. Prima a beneficiare di tale privilegio, Amalfi, dove era arrivata a bordo di un incrociatore.

Mi accompagnò a Napoli, con l'auto di servizio, il comandante della Capitaneria di Porto, colonnello Mario D'Agostino. Lì, in stazione, trovai ad attendermi il comandante Cesare Rosasco, eroe della seconda guerra mondiale, anche lui insignito di medaglia d'oro.

Insieme, partimmo in treno per Roma. Viaggiammo in prima classe e mi sembrò una cosa straordinaria. Erano già state prenotate per noi due camere all'hotel Minerva: proprio di fronte al Ministero della Marina Mercantile, dove ci recammo subito, dato che Rosasco aveva un appuntamento col capo di Gabinetto del ministro.

Quella sera andammo a cena nel famoso ristorante Alfredo alla Scrofa. Ricordo che i tavoli erano quasi tutti occupati da alti prelati e personaggi di prim'ordine del mondo politico e degli affari.

A Livorno io alloggiai all'Hotel Corallo, Rosasco in un altro albergo di cui non ricordo il nome, un 5 stelle extralusso.

Ebbi a disposizione per tre giorni un'auto della locale Capitaneria di Porto per gli spostamenti in città. La mattina, dopo colazione, scendevo nella hall e trovavo ad attendermi l'autista (un marinaio in divisa, che scattava subito sull'attenti: cosa che mi faceva arrossire).

L'ingresso in Accademia avvenne in maniera ufficiale. Vi entrai tenendo ben stretta la borsa con il prezioso vessillo. Per questo, credo, fui salutato militarmente. Mi accolse il comandante, un ammiraglio, al quale consegnai la bandiera. M'invitò ad assistere alla cerimonia dalla tribuna d'onore.

C'erano il ministro della Marina Mercantile Giuseppe Spataro e il ministro della Difesa Antonio Segni, futuro presidente della Repubblica.

Il momento del giuramento degli allievi mi emozionò tantissimo. Ma fu bello anche lo spettacolo che offrirono gli allievi arrampicati sul brigantino che fa da sfondo al piazzale. Episodio curioso: mentre gironzolavo nei viali dell'Accademia, fui avvicinato da un ragazzo che mi chiese: "Scusi, ha visto mio padre?". "E chi è tuo padre?", domandai a mia volta. "Il ministro Segni".

Dopo tre giorni, 'riappropriatomi' della bandiera, e della splendida medaglia che vi era appuntata, da solo, ma sempre sprofondato in prima classe, tornai a Salerno. E di qui, in auto, ad Amalfi.

Il 28 maggio 1960, sul molo Pennello, a cui faceva da sfondo una unità della Marina Militare ancorata in rada, avvenne il passaggio di consegna del prezioso vessillo tra il sindaco Francesco Amodio e il suo collega di Pisa, sotto lo sguardo compiaciuto del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, pisano doc, intervenuto in forma ufficiale alla cerimonia (evento unico nella storia di Amalfi dal secondo dopoguerra a oggi).

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